CONOSCIMI

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"Mejo fidarse de na dona, che de un omo sensa peli."

giovedì 6 maggio 2010

D'altra parte, sono soddisfazioni.



Eravamo ferite aperte.
La sensazione si alternava.
La tua voce inventava registri nel mio orecchio
i tuoi muschi mi ubriacavano più del vino
ci feriva il piacere.
Inesauribili,
ebbri,
i nostri corpi, l'offerta,
come frutti che lasciano le donne
sulle spiagge del sud e il mare si porta via.
Ci perdevamo dal mondo.
Disegnavamo barche nell'aria
e andavamo in esse.
Tutta la notte cadevano per noi
doni dal cielo,
la pioggia sugli alberi,
e gocce che sgorgavano dal petto,
Ah, il nostro soma.
Dove terminavano i corpi?
Quale corpo era di chi?
sentivo dalla tua spalla la mia carezza
i tuoi pensieri passavano dalla mia mente.
E dove i desideri si fondevano
uscivano dall'aria uccelli di fuoco.
Io fluivo dentro di te.
e tu chi eri?
Solo un alveare,
acqua che brilla come gioielli.
Onde di sensazioni ci turbavano,
ci restituivano alla riva.
Tanta vista del mare lasciare indietro,
tanti boschi,
tanto del tuo corpo.
Stendere un velo in fiamme sulle forme
- che prendevano al guardarci un istante di più -
nel dibettersi la tua coscia,
intempestiva.
Così morivano i pesci nelle reti.

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Causa ed Effetto

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